Pesaro, assumono "polvere d'angelo" e finiscono all'ospedale
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Pesaro, assumono “polvere d’angelo” e finiscono all’ospedale. Il processo

Quattro giovani avevano assunto metanfetamina non per uso umano. Ecco la storia e il processo nel tribunale di Pesaro che ne è derivato

Il tribunale di Pesaro

PESARO – La metanfetamina ingerita, poi la corsa in ospedale. Davanti al gup del tribunale di Pesaro è finito il caso di un 31enne pesarese accusato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.

Tutto era esploso perché quattro ragazzi erano finiti in ospedale dopo il consumo di anfetamina. Una partita “sbagliata” che ha portato i giovani ad accusare forti malori che hanno richiesto le cure del caso. Così era scattata la perquisizione nel camper del 31enne e qui erano stati trovati marijuana e hashish conservate in un barattolo di vetro e soprattutto in infiorescenze.

Ma c’era anche dell’altro perché nell’autocarro-camper gli investigatori avevano trovato anche 20 nanogrammi di Lsd e 1,1 mg di anfetamina denominata “polvere d’angelo”. Droga comprata nei gruppi Telegram segreti e fatta arrivare tramite i corrieri della droga. Un acquisto che sarebbe stato fatto in maniera collettiva assieme a quattro amici del gruppo. Ma proprio per questo è stata contestata la cessione della sostanza.

Droghe, la polvere d’angelo

La polvere d’angelo è una sostanza sviluppata negli anni ’50 e brevettata da una casa farmaceutica come anestetico endovenoso da utilizzare per gli interventi chirurgici. È classificata come droga dissociativa in quanto è in grado di alterare il sistema percettivo, fino a bloccarne il funzionamento. Chi la assume sembrerebbe vivere una sorta di trance, come se vivesse quegli istanti al di fuori dal proprio corpo.

Ma in quella partita acquistata su internet c’era scritto che non era per il consumo umano e che era una sorta di prova “campione”. I quattro amici l’avevano consumata, ma l’imputato no. L’avvocato Giacomo Curzi ha sottolineato che non c’era stata cessione, dunque il giovane è stato assolto perché il fatto non sussiste.