Montecarotto, “Uve Unite": da 11 a 66 soci, 200 ettari di vigneto
Jesi-Fabriano

Montecarotto, Cooperativa “Uve Unite”: prima assemblea. Da 11 a 66 soci, 200 ettari di vigneto

Impegno di conferimento complessivo di circa 200 ettari di vigneto, distribuiti tra la zona del Verdicchio di Montecarotto e quella del Conero, nei pressi di Camerano. La Cooperativa nata nel dicembre 2024 su iniziativa di alcuni ex soci conferitori, in risposta alla crisi che ha investito Moncaro

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(Foto di PIRO4D da Pixabay)

MONTECAROTTO – Si è svolta giovedì 5 giugno, presso l’Hotel Federico II di Jesi, la prima assemblea della Cooperativa Agricola Uve Unite, nata nel dicembre 2024 su iniziativa di alcuni ex soci conferitori, in risposta alla crisi che ha investito la Moncaro. L’incontro ha rappresentato un momento fondativo per delineare l’identità e gli obiettivi futuri del nuovo progetto collettivo. Nel suo intervento, il presidente Giovanni Piersanti ha tracciato un primo bilancio del percorso: «Uve Unite è nata con l’intento di aggregare i produttori vitivinicoli del territorio, salvaguardare un patrimonio collettivo essenziale per le nostre comunità e restituire dignità economica e sociale al nostro lavoro».

I primi risultati concreti sono già arrivati: da 11 aziende agricole socie si è arrivati oggi a 66, con un impegno di conferimento complessivo di circa 200 ettari di vigneto, distribuiti tra la zona del Verdicchio di Montecarotto e quella del Conero, nei pressi di Camerano. «Un risultato per nulla scontato – ha aggiunto Piersanti – che ci rende orgogliosi, ma ci affida anche una grande responsabilità».

La vendemmia 2025 sarà affidata alla gestione provvisoria della Moncaro in liquidazione coatta amministrativa, secondo quanto concordato con il Commissario Liquidatore, il dott. Giampaolo Cocconi. Un accordo di cessione uve che non si limita alla conservazione dell’attività, ma mira a un vero rilancio operativo.

I soci hanno espresso fiducia nei primi passi della cooperativa, pur consapevoli delle difficoltà del contesto: il calo dei consumi, l’affermazione di produzioni industriali orientate alle mode del momento, e l’incertezza legata al futuro del dopo Moncaro. «Se ciascuno di noi farà bene la propria parte – ha sottolineato Piersanti – unendo competenze e risorse, potremo contrastare la frammentazione e ottenere una giusta remunerazione per le nostre uve».

Il vicepresidente Luca Gasparini, responsabile dell’assistenza tecnica ai soci, ha presentato i nuovi servizi messi in campo dalla cooperativa: «In annate sempre più condizionate da eventi climatici estremi, qualità e coordinamento diventano imprescindibili. Il nostro servizio tecnico aiuterà le aziende a gestire al meglio coltivazioni e vendemmia, con un approccio strutturato e professionale».

Guardando al futuro, Uve Unite auspica che l’attuale gestione provvisoria contribuisca a salvaguardare il patrimonio infrastrutturale dalla liquidazione di Moncaro – in particolare le linee di vinificazione dedicate al Verdicchio e Rosso Conero – coinvolgendo attivamente istituzioni e imprenditori in un progetto di sviluppo del settore vitivinicolo marchigiano. La cooperativa si sentirà impegnata a fare bene la parte agricola, ma si riserva tuttavia di esplorare anche soluzioni alternative di vinificazione, qualora non si realizzassero le condizioni per un progetto unitario e competitivo. «L’agricoltore, come la vite, ha i piedi ben piantati a terra: andremo avanti solo se ci sarà concreta fattibilità», ha concluso Piersanti. Con questo spirito, Uve Unite si propone come segnale positivo e determinato: un gruppo di aziende, una terra, e la volontà di costruire un progetto solido, radicato e capace di dialogare con il mercato