Marche, Consiglio: via libera a sostegno famiglia e natalità
Ancona-Osimo

Marche, Consiglio regionale: via libera a interventi a sostegno di famiglia, genitorialità e natalità

Una discussione franca, basata sulla reciproca testimonianza di aver trattato una materia che è complessa, figlia di una visione diametralmente opposta

Aula Consiglio regionale delle Marche

ANCONA – Seduta del Consiglio regionale delle Marche vissuta essenzialmente sull’approvazione della legge “Interventi a sostegno della famiglia, della genitorialità e della natalità” che ha visto una discussione franca, basata sulla reciproca testimonianza di aver trattato una materia che è complessa, figlia di una visione diametralmente opposta. Quindi un’attestazione di aver fatto bene, seppur con ritardo secondo le opposizioni, ad aver prodotto un testo di legge. Legge poi approvata a maggioranza.

La maggioranza

«Oggi il Consiglio Regionale delle Marche ha approvato una proposta di legge fondamentale, che rappresenta un vero e proprio Family Act regionale: uno strumento moderno, organico e strutturato per sostenere le famiglie, favorire la genitorialità e promuovere la natalità. Si tratta di un provvedimento che segna un cambio di passo decisivo nelle politiche familiari delle Marche, superando la frammentazione normativa esistente e ponendo al centro la famiglia come pilastro della nostra società. La legge prevede un impianto solido che punta a rafforzare la conciliazione tra vita familiare e lavorativa, con misure concrete come contributi alla natalità, percorsi di accompagnamento per i neogenitori, sostegni specifici per le famiglie con figli disabili, incentivi alle imprese che adottano politiche family friendly e interventi dedicati alle famiglie monoparentali, ai genitori separati e a quelle numerose. Tutto ciò sarà supportato da una programmazione triennale e da una cabina di regia politico-tecnica che garantirà un approccio sistemico e coordinato sul territorio. Particolare attenzione è rivolta anche al ruolo delle associazioni, alla promozione delle alleanze territoriali, alla tutela della bigenitorialità e all’introduzione del “Fattore Famiglia”, uno strumento innovativo che affianca l’Isee per valutare in modo più realistico la condizione delle famiglie nell’accesso ai servizi. Per attuare le misure previste, oltre ai fondi statali, la Regione ha già stanziato 400mila euro per il 2025 e 250mila euro per il 2026, prevedendo inoltre la creazione di un apposito Fondo per il sostegno alla famiglia nel bilancio regionale. Un ringraziamento particolare va alla Giunta Acquaroli e all’assessore Filippo Saltamartini per la sinergia che ha permesso di raggiungere questo importante risultato. Continuiamo a costruire una Regione a misura di famiglia, con interventi che rispondono ai bisogni reali delle persone, valorizzando il principio di sussidiarietà e la coesione sociale. Nella famiglia si snoda il futuro di tutti noi», le dichiarazioni del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Marco Ausili, relatore di maggioranza della legge.

Le opposizioni

«Vi erano le necessità e le opportunità di avviare un confronto proficuo e costruttivo su questi temi della famiglia, genitorialità, la natalità e i sostegni. Ringrazio la maggioranza per aver accolto alcuni nostri emendamenti, ma ci sono differenze di opinioni, un’impostazione ideologica che ci divide e che ha prodotto essenzialmente una legge manifesto, carente sul piano finanziario, distante dalla realtà. Tutti vogliamo tutelare e difendere la famiglia, la genitorialità consapevole per contrastare l’inverno demografico. Ma abbiamo una visione diversa della società, si difende una famiglia discriminante, fondata su un unico modello, quello eterosessuale e con figli. Per noi è restrittivo e va scardinata perché si dimenticano altri modelli di famiglia: le monoparentali, le convivenze di fatto, le unioni civili, le coppie dello stesso sesso. Escluderle è una scelta di tipo culturale. Ci divide anche la libertà di scelta delle donne in merito alla libertà dell’interruzione della gravidanza. Quindi, si è persa un’occasione perché la legge avrebbe dovuto unire e invece serve come messaggio ideologico. Senza dimenticare che c’è anche un grande assente come è la parità di genere, dal punto di vista delle donne non c’è una misura efficace per sostenere maternità, per conciliare i tempi vita e lavoro, mancano incentivi, servizi e flessibilità. E nelle Marche ce ne sarebbe bisogno. Quindi è una legge non solo incompleta, ma anche sbagliata e con un’insufficienza finanziaria, inconsistente, una legge che è destinata a rimanere solo sulla carta, non ci sono fondi strutturali, un cronoprogramma, un piano triennale di interventi, non ci sono risorse. Insomma, si vuole dare un effetto annuncio che, invece, andava evitato. Il fattore famiglia introdotto non è in raccordo con l’Isee né i parametri oggettivi a cui ancorarlo, rischia quindi di diventare soggettivo e, ancora una volta, escludente e discriminatorio, non cogliendo il problema reale, non servono proclami, ma servizi e risposte», la posizione del consigliere regionale del Pd, Maurizio Mangialardi, relatore di minoranza.